Buoni pasto a 10 euro: nella manovra 2026 aumenta l’esenzione

Come preannunciato dalla presidente Meloni  tra le priorità  della nuova legge di bilancio ci sono misure di sostegno al  potere d’acquisto dei lavoratori.  

Nella bozza approvata dal Governo venerdì scorso,  e che andra in discussione in Parlamento a breve,  viene raccolto il suggerimento previsto da una proposta di legge  con  l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto elettronici, dagli attuali 8 a 10 euro. 

La proposta di legge era stata  avanzata dalla senatrice Paola Mancini (FdI), e punta ad adeguare il valore del buono al reale costo  medio di un pasto fuori casa, lievitato negli ultimi anni a causa dell’inflazione. 

La misura è stata accolta dai tecnici del Ministero dell’Economia ed è presente nella bozza all'art. 5.

Vedi  qui altre anticipazioni sulla legge di bilancio 2026

La disciplina dei buoni pasto in vigore

Giova ricordare che per la disciplina oggi in vigore,  fiscalmente i buoni pasto corrisposti al lavoratore devono essere in generale sottoposti a tassazione ai fini dell’Irpef in capo al dipendente ma,  se  concessi alla generalità o a categorie omogenee di dipendenti, non generano reddito imponibile (e di conseguenza contributivo) entro il limite massimo di:

  • € 4 se in formato cartaceo, 
  • € 8 se in formato elettronico.

Sulla natura reddituale della consegna del buono ,  si ricorda che la Risoluzione 26/2010 ha ritenuto che si tratta di importo assimilato ad un compenso “in denaro” (non in natura), motivo per cui non trova applicazione la non imponibilità fino al limite di € 258 annui dell’eccedenza rispetto al limite di esenzione specifica fino ad € 4 / 8.  Per questo motivo solo l’eventuale maggiore valore sarà  assoggettato a tassazione.

Invece per il datore di lavoro  questi costi sono completamente deducibili, e non scontano il limite del 75% fissato per le spese di vitto e alloggio.

Leggi  QUI per ulteriori dettagli sulla disciplina.