Codice incentivi 2026 approvato dal Governo: quali sono le novità

Il nuovo Codice degli Incentivi approvato con decreto legislativo dal Governo e in attesa di pubblicazione in GU   rappresenta una importante  riforma per il sistema italiano di sostegno alle imprese.

E' stato predisposto in attuazione della legge delega n. 160/2023, su proposta del ministero delle imprese e del made in Italy Urso.

Il provvedimento, afferma il ministro,  si fonda su tre pilastri fondamentali:

  • digitalizzazione,
  • semplificazione,
  • trasparenza.

e per la prima volta  disciplina in modo organico tutte le fasi del ciclo di vita degli incentivi: programmazione, progettazione, attuazione, monitoraggio, pubblicità e valutazione dei risultati,  con l'intento di superare anni di frammentazione normativa e procedurale.

Un aspetto centrale è il potenziamento degli strumenti digitali già incardinati presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy: la piattaforma Incentivi.gov.it e il Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) costituiranno il cuore del nuovo Sistema Incentivi Italia, previsto dagli artt. 3 e seguenti della bozza 

Il testo del decreto è stato definito dopo un ampio confronto istituzionale che ha coinvolto amministrazioni centrali, Conferenza Stato-Regioni, Consiglio di Stato e Parlamento, i cui contributi sono stati recepiti nella versione finale. L’obiettivo è garantire una gestione unitaria, tracciabile e valutabile degli incentivi, aumentando l’efficacia delle politiche industriali e riducendo tempi e oneri per imprese, professionisti e lavoratori autonomi.

La ministra del lavoro Calderone ha sottolineato in particolare l'importanza del principio di parita di accesso alle agevolazioni per imprese e lavoratori autonomi..

Vediamo in dettaglio l'elenco delle misure e le principali novità previste nella bozza. Si ricorda che l'effettiva  attuazione del Codice  scatta con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Struttura e contenuti del Codice

Il decreto si articola in 28 articoli, organizzati in cinque Capi, che ridisegnano l'intero ecosistema italiano delle agevolazioni.

  • L’art. 3 definisce i servizi digitali che RNA e Incentivi.gov.it metteranno a disposizione, dagli schemi di bando fino ai servizi di verifica dei requisiti, CUP univoci, monitoraggio, valutazione e pubblicazione dei risultati.
  • Il Programma degli incentivi (art. 4) obbliga ogni amministrazione a pianificare annualmente obiettivi, risorse, cronoprogrammi e procedure, garantendo massima trasparenza.
  • Il Tavolo permanente degli incentivi (art. 5) assicura il coordinamento stabile tra Stato e Regioni, favorendo complementarità e coerenza delle politiche.
  • L’art. 6 introduce il bando-tipo, che uniforma requisiti, criteri, modalità di accesso, istruttoria, cumulo, controlli, rendicontazione e revoca. Questa standardizzazione riduce la variabilità tra misure e rende più prevedibile il quadro regolatorio per imprese e consulenti.

Tra gli articoli operativi ci sono le definizioni di Accesso, criteri e premialità:

  • Art. 8: elementi premianti (rating di legalità, parità di genere, giovani, donne, natalità, disabilità).
  • Art. 9: motivi generali di esclusione (antimafia, sanzioni interdittive, DURC irregolare).
  • Art. 11: regole uniformi sulle spese ammissibili e obbligo di CUP.
  • Art. 12: forme di agevolazione concedibili.
  • Art. 13: procedure di accesso, criteri cronologici, graduatorie o negoziazione.

Il Codice introduce infine un sistema rafforzato di controlli (art. 18), una disciplina rigorosa sul contrasto alla delocalizzazione (art. 16) e un quadro uniforme per le revoche (art. 17)

Gli artt. 20 e 21 stabiliscono un sistema strutturato di monitoraggio basato sul CUP e una valutazione continua — ex ante, in itinere ed ex post — per misurare l'efficacia delle misure di sostegno.

Nella bozza del Codice degli incentivi sono espressamente previsti più decreti attuativi, direttoriali e linee guida.

In particolare  un decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il MEF, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni  avrà ad Oggetto:

  • il modello di Programma degli incentivi;
  • le tempistiche per l’adozione;
  • modalità di aggiornamento;
  • format per la ricognizione degli incentivi regionali. 

da adottare entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del Codice. Se il Codice entra in vigore il 1° gennaio 2026 (art. 28), il termine cade indicativamente entro fine aprile 2026.

Digitalizzazione e premialità

il Codice introduce , oltre alla razionalizzazione normativa, importanti innovazioni operative.

La riforma rende obbligatori:

  • processi digitali, affidati a piattaforme interoperabili;
  • semplificazione delle procedure, limitando la documentazione  richiesta, fornendo il bando tipo per tutte le agevolazioni e automatizzando i controlli;
  • trasparenza, con obblighi di pubblicazione, CUP univoci e tracciamento completo degli incentivi.
  • Incentivi.gov.it e RNA diventeranno il punto di accesso unico per:
  • consultare gli incentivi;
  • verificare requisiti;
  • presentare le istanze;
  • monitorare l’avanzamento;
  • consultare valutazioni e risultati.

Vengono definite come nella tabella seguente le premialità e riserve per PMI, microimprese e categorie prioritarie

Categoria Premialità/Riserva
PMI ≥ 60% delle risorse
Microimprese / lavoratori autonomi ≥ 25% delle risorse
Rating di legalità Punteggio aggiuntivo o maggiorazione
Parità di genere Premialità dedicata

Parità di accesso alle agevolazioni per i lavoratori autonomi (Art. 10)

Una delle novità più attese , salutata con particolare soddisfazione dal Ministro del lavoro Calderone che come ex presidente dei consulenti del lavoro si era spesa molto sul tema, riguarda i lavoratori autonomi, finalmente equiparati alle PMI per l’accesso agli incentivi.

L’art. 10,  stabilisce che gli autonomi potranno di regola partecipare alle stesse condizioni delle PMI e  saranno esclusi solo i requisiti non pertinenti alla loro attività,

Inoltre, i bandi dovranno garantire disposizioni specifiche per un accesso effettivo e non discriminatorio.

Si tratta del completamento di un percorso iniziato con la legge 81/2017, più volte rilanciato nei tavoli ministeriali con le categorie professionali.